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Debito dei mercati emergenti: un approccio attivo
Jeremy Cunningham
Investment Director

Il debito dei mercati emergenti (DME) ha già guadagnato notevolmente in dimensioni e profondità negli ultimi decenni e, con lo sviluppo dell'asset class, è diventato più interessante agli occhi di una più ampia base di investitori. Il livello di emissioni è aumentato, migliorando la liquidità. Le curve dei rendimenti hanno raggiunto uno stadio più maturo, e questo ha permesso agli investitori attivi di generare valore tramite il posizionamento su diverse scadenze.


Poiché questi fattori hanno registrato un miglioramento, il mix proprietario si è diversificato e presenta un maggiore equilibrio tra detentori esteri e nazionali. Questa tendenza sembra destinata a continuare nel prossimo decennio, quindi sarà più importante che mai accedere al mercato in modo proattivo.


Nonostante un inizio d'anno difficile per il debito dei mercati emergenti (ME), con l'aumento dell'inflazione, l'inasprimento della politica monetaria da parte delle principali banche centrali, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e il rallentamento dell'economia cinese, un approccio attivo e basato sulla ricerca può contribuire a individuare opportunità interessanti nei ME, mitigando al contempo i rischi. 


Universo più ampio possibile


Uno dei vantaggi offerti da un approccio attivo è l'accesso a un'ampia fonte di potenziali rendimenti, data la capacità di assumere esposizione al di fuori dell'universo di un dato indice e di utilizzare varie leve per cogliere diversi fattori di rendimento e gestire il rischio. Alcuni indici limitano le opportunità disponibili a causa di metodologie e vincoli di strutturazione. Si tratta di un elemento che può andare a discapito degli investitori passivi, la cui esposizione è (forse involontariamente) limitata solo a un determinato sottosegmento dell'universo del DME, preselezionato dai fornitori dell'indice. Ad esempio, molti mercati di frontiera (cfr. la definizione a pag. 6), come pure l'India, offrono opportunità di investimento potenzialmente interessanti, ma sono poco rappresentati nei principali indici del DME, pertanto in questi Paesi gli obbligazionisti stranieri sono pochi. I titoli di Stato indiani in valuta locale presentano uno dei livelli di proprietà estera più bassi tra i mercati emergenti, pari all'1,9%1, per via della loro esclusione dall'indice JPMorgan GBI-EM Global Diversified e del limite imposto dalla Reserve Bank of India alla presenza di obbligazionisti esteri. L'incidenza di questi elevati livelli di proprietà nazionale tende a ridurre la volatilità, in quanto il mercato è meno esposto alle variazioni dei flussi di capitale internazionali.


Il grafico sottostante illustra la crescita del DME in valuta locale come asset class e le dimensioni dei benchmark JPMorgan in valuta locale nel contesto delle dimensioni totali dell'universo di investimento. Nel 2021, il mercato complessivo del debito sovrano e di quello corporate dei ME in valuta locale aveva un valore di 33.000 miliardi USD (cfr. grafico seguente). A titolo di confronto, il valore di mercato dell’indice JPMorgan GBI-EM Broad era di 4.000 miliardi USD, mentre l’indice JPMorgan GBI-EM Global Diversified rappresentava solamente 1.400 miliardi USD. 


La crescita dell'universo EMD in valuta locale

EMD in valuta locale: dimensione totale dell'universo

EM debt in the new decade update chart

Dati aggiornati a dicembre 2021. Dimensione dell'universo: debito totale negoziabile in circolazione. Fonti: Datastream, JPMorgan, Bank of America Global Research

Come evidenziato, l'universo investibile è spesso più ampio di quello che implica l'indice di riferimento. L'accesso a una gamma più ampia di mercati e strumenti può offrire potenzialmente fonti di alfa maggiori e più varie e può contribuire a una maggiore diversificazione.


1. Dati aggiornati a ottobre 2021. Il dato si basa sulle obbligazioni nominali in valuta locale delle amministrazioni centrali. Fonti: CEIC, Bloomberg, Morgan Stanley Research


 


Fattori di rischio da considerare prima dell'investimento:

  • Il presente documento non ha pretesa di fornire consulenza sugli investimenti, né deve essere inteso come raccomandazione personale. 
  • Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante possono sia aumentare che diminuire ed è possibile perdere una parte o la totalità dell’investimento iniziale. 
  • I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
  • Se la valuta in cui si investe si apprezza nei confronti della valuta in cui sono denominati gli investimenti sottostanti del fondo, il valore dell’investimento diminuirà. La copertura valutaria cerca di limitare questo fenomeno, ma non vi è alcuna garanzia che tale copertura sia completamente efficace. 
  • A seconda della strategia, i rischi possono essere associati agli investimenti in obbligazioni, derivati, mercati emergenti e/o a titoli ad alto rendimento; i mercati emergenti sono volatili e possono registrare problemi di liquidità.


Jeremy Cunningham is an investment director at Capital Group. He has 33 years of industry experience and has been with Capital Group for four years. Prior to joining Capital, Jeremy worked as head of EMEA fixed income business development at Alliance Bernstein. Before that he was head of product management at Schroders. Earlier in his career he was a fixed income portfolio manager at INVESCO, J.P. Morgan Fleming and Merrill Lynch. He holds the Chartered Financial Analyst® designation. Jeremy is based in London.


I rendimenti passati non sono indicativi di rendimenti futuri. Il valore degli investimenti e del relativo reddito può aumentare come diminuire e l’investitore potrebbe perdere in parte o per intero l’importo dell’investimento iniziale. Le presenti informazioni non intendono fornire consulenza fiscale, per gli investimenti o di altra natura, né essere una sollecitazione all'acquisto o alla vendita di titoli.

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