Data l'incertezza che circonda la politica tariffaria, i mercati continueranno probabilmente a oscillare in base all'andamento dei negoziati e all'evoluzione della politica monetaria e fiscale degli Stati Uniti.
Mentre gli investitori valutano i propri portafogli e le allocazioni degli asset, nei prossimi anni si evolveranno alcuni paradigmi.
Per i mercati globali, ritengo che una maggiore incertezza comporti tassi di sconto più elevati e probabilmente valutazioni più basse”, afferma Jody Jonsson, gestore di portafogli azionari e vicepresidente di Capital Group.
Le azioni statunitensi sono quelle più esposte al rischio di derating, poiché negli ultimi anni le valutazioni sono state elevate, in particolare per i titoli tecnologici. All'inizio del 2025 l'indice S&P 500 scambiava a 21,5 volte gli utili su base prezzo/utili a 12 mesi forward. Tale multiplo si è ridotto a 18,6 volte, leggermente al di sopra della media decennale.