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Azioni Indovinate chi va meglio dei Magnifici 7?

Se state cercando un gruppo di titoli azionari in grado di detronizzare i Magnifici sette ("Mag Seven"), è probabile che le banche europee non siano in cima alla vostra lista ma, dati i loro rendimenti negli ultimi 12 mesi e da inizio anno, lo dovrebbero essere.

 

Le banche europee hanno conseguito una performance eccezionale, superando nettamente i Mag Seven, ossia i leader tecnologici statunitensi, e l'indice S&P 500. L'indice MSCI Europe Bank ha reso il 63,6% da inizio anno a fine agosto, tanto che continuando così metterà a segno il miglior anno solare dal 1997, rispetto al 9,9% dei Mag Seven.

 

Certo, si tratta di un periodo breve, ma esemplifica i vantaggi di un portafoglio ampiamente diversificato. Anche i settori più denigrati possono rimbalzare, e spesso lo fanno proprio quando i settori maggiormente apprezzati dal mercato sono in calo, contribuendo a livellare i rendimenti complessivi.

I titoli bancari europei hanno dominato nel 2025

Un grafico a linee confronta i rendimenti da inizio anno e i rapporti prezzo/utili (P/E) forward a 12 mesi dell'indice MSCI Europe Banks, dell'indice S&P 500 e dei Mag Seven dal 1° gennaio 2025 al 29 agosto 2025. L'indice delle banche europee ha registrato un deciso aumento, con un rendimento da inizio anno del 63,6% e un rapporto P/E forward di 9,0 volte. Per contro, i titoli dell'S&P 500 e i Mag Seven hanno evidenziato un rialzo rispettivamente del 10,8% e del 9,9%, con rapporti P/E forward pari a 22,2 e 36,0 volte.

I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri.
Fonti: Capital Group, FactSet, RIMES. P/E = rapporto prezzo/utili. I dati sui rendimenti si basano sui rendimenti complessivi in USD. Dati dal 1° gennaio 2025 al 29 agosto 2025. Il rapporto prezzo/utili (P/E) forward medio dell'esercizio (FY1) è calcolato dividendo il prezzo delle azioni per le stime di consensus degli utili a 12 mesi. Il rapporto P/E forward dei Mag Seven è la media ponderata per la capitalizzazione di mercato al 29 agosto 2025. 

In qualità di gestore di portafogli, ho individuato l'opportunità nel 2022, quando ritenevo che i tassi di interesse in Europa sarebbero aumentati a causa della persistente inflazione sulla scia della pandemia da COVID-19, del reshoring dell'attività manifatturiera in molti Paesi e dell'invasione russa dell'Ucraina.

 

A quel tempo, molte banche europee erano sfavorite. Venivano scambiate a un prezzo inferiore del 30-60% rispetto al valore contabile, sconto enorme rispetto alle grandi banche statunitensi. Tassi di interesse più elevati possono essere vantaggiosi per le banche perché portano a un aumento del margine di interesse netto, che rappresenta una fonte di reddito importante per le banche e un indicatore chiave della loro salute finanziaria.

 

L'ascesa delle banche europee avviene nell'ambito di un ampio rally dei titoli non statunitensi, favorito dagli ingenti stimoli tedeschi, dall'indebolimento del dollaro statunitense e dalle preoccupazioni relative alle posizioni eccessive detenute da alcuni titoli tecnologici statunitensi negli indici di mercato globali.

 

Di seguito cinque motivi per cui le banche europee sono tornate in auge e perché ritengo che continuino a essere interessanti.

1. Contesto di tassi di interesse normale

 

Le banche hanno resistito a otto anni di tassi di interesse negativi da parte della Banca centrale europea (BCE). La politica è cambiata nel luglio 2022 e ha contribuito ad aumentare il reddito netto da interessi. I tassi sono saliti al 4% prima che la BCE iniziasse ad allentare la politica monetaria quest'anno. Credo tuttavia che questo ciclo di tagli dei tassi sia prossimo alla fine. Al momento i tassi si attestano al 2%. La curva dei rendimenti è più ripida (il che favorisce le banche) e anche le aspettative sui tassi forward si sono stabilizzate. Come ho detto, ritengo che l'inflazione sarà persistente. In genere, le banche centrali mantengono i tassi più alti per frenare l'inflazione.

 

2. Oneri normativi in calo

 

Le banche hanno accumulato ingenti riserve di capitale sulla scia della crisi del debito sovrano e le autorità di regolamentazione hanno abbassato alcuni requisiti minimi. Ne è conseguito un aumento dei dividendi distribuiti. Ad esempio, la banca italiana UniCredit ha aumentato il proprio dividendo annuale a 2,40 dollari per azione nel 2024, rispetto ai 12 centesimi del 2020. Inoltre, l'attuale dividendo annualizzato della banca spagnola BBVA, pari a 0,74 dollari, è aumentato del 24,4% rispetto allo scorso anno.

 

3. Ripresa della crescita dei prestiti

 

Si cominciano a osservare segnali di crescita nei prestiti, cosa praticamente inaudita dalla crisi del debito sovrano europeo del 2010 che ha innescato il salvataggio finanziario di diversi Paesi. Con l'entrata in vigore degli stimoli tedeschi nel 2026, prevedo un'accelerazione della crescita dei prestiti in tutta Europa, in particolare in Germania. Non reputo inoltre che le perdite sui prestiti costituiranno un problema.

 

4. Rischi tariffari bassi

 

A differenza del settore automobilistico, molte banche europee sono concentrate sul mercato interno e conducono le loro attività principalmente a livello nazionale. Non commerciano beni fisici da un Paese all'altro.

 

5. Valuazioni ragionevoli

 

Nonostante il rialzo, le banche europee scambiano a valutazioni ragionevoli, data la prevista riaccelerazione della crescita economica in tutta Europa. Anche le stime di crescita degli utili per il 2025 e 2026 sono aumentate.

 

Le valutazioni non sono inoltre elevate rispetto alle controparti statunitensi in termini di rapporto prezzo/valore contabile e prezzo/utili. Ad esempio, il 9 settembre Deutsche Bank scambiava a 0,9 volte il valore contabile e Banco Santander a 1,2 volte, contro 2,4 volte per J.P. Morgan e 1,4 per Bank of America.

 

L'importanza di un portafoglio diversificato a livello globale

 

La straordinaria performance delle banche europee incoraggia a prendere in considerazione un portafoglio diversificato a livello globale e a mantenere una prospettiva a lungo termine. Con il continuo ampliamento del mercato azionario, potremmo scoprire che anche i segmenti più improbabili possono aggiungere valore.

Samir Parekh è gestore di portafogli azionari e coordinatore della ricerca globale con 23 anni di esperienza nel campo degli investimenti (al 31/12/2024). Ha conseguito un diploma post-laurea in amministrazione aziendale (equivalente a un MBA) presso l'Indian Institute of Management di Ahmedabad e una laurea presso il Sydenham College dell'Università di Bombay. Ha ottenuto anche il titolo di Chartered Financial Analyst®.

I risultati passati non sono una previsione dei risultati futuri. Non è possibile investire direttamente in un indice, che non è gestito. Il valore degli investimenti e del relativo reddito può aumentare come diminuire e l'investitore potrebbe perdere in parte o per intero l'importo dell'investimento iniziale. Le presenti informazioni non intendono fornire consulenza fiscale, per gli investimenti o di altra natura, né essere una sollecitazione all'acquisto o alla vendita di titoli.
 
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