4 fattori chiave per investire nella seconda metà del 2019
30 luglio 2019
Featuring: Hilda Applbaum , Gerald Du Manoir & Anne-Marie Peterson
Alla domanda su cosa temesse di più, il compianto primo ministro britannico Harold Macmillan rispose: “Gli eventi, ragazzo mio, gli eventi.”
La prima parte del 2019 non è stata certo avara di eventi per gli investitori. In un contesto caratterizzato da rapporti indicanti il rallentamento della crescita mondiale, brusche inversioni di rotta delle banche centrali, tensioni commerciali tra USA e Cina e continue incertezze sulla Brexit in Europa, il clima respirato dagli investitori ha continuamente oscillato tra la fiducia e il nervosismo.
Ma dinanzi alle turbolenze quotidiane, i mercati hanno mostrato una resilienza straordinaria. Da inizio anno al 30 giugno 2019, l’indice Standard & Poor’s 500 Composite ha guadagnato il 18,54%1, mentre l’MSCI All Country World Index ex USA è salito del 13,60%2.
Cosa devono aspettarsi gli investitori nella seconda metà dell’anno? Solo il tempo ci dirà in che modo evolveranno le dispute commerciali o quando il Regno Unito lascerà l’Unione europea. Di sicuro, i prossimi sei mesi ci porteranno la loro dose di eventi catalizzatori per i mercati e di opportunità d’investimento. Ecco i quattro temi d’investimento da seguire per districarsi nell’evolversi degli eventi
1. Le azioni hanno un margine di rialzo residuo, ma bisogna prepararsi a una maggiore instabilità.
Chi ha detto recessione? La parola con la "r" è stata in cima ai pensieri di molti investitori fino a poco fa, precisamente fino a gennaio, mese in cui la Federal Reserve ha compiuto un eclatante dietrofront di politica monetaria interrompendo i rialzi dei tassi d'interesse. Le principali banche centrali degli altri paesi hanno intrapreso manovre analoghe, garantendo condizioni monetarie ancora favorevoli alla crescita.
Questa inversione di rotta monetaria, unitamente al protrarsi del contesto di tassi bassi, sta allungando l'attuale fase di espansione, giunta ormai al suo decimo anno di vita. L'economia statunitense è cresciuta di un solido 3,1% annuo nel primo trimestre. I mercati azionari hanno reagito positivamente, archiviando forti guadagni nel primo semestre dell'anno. "Con la Fed che contempla una riduzione proattiva dei tassi, mi aspetterei una crescita sostenuta se non in accelerazione", afferma la portfolio manager di Capital Group Hilda Applbaum. "Ciò dovrebbe favorire i mercati, quantomeno nel breve termine."
I mercati azionari hanno un margine di rialzo residuo, ma non illudiamoci: le condizioni tipiche della fase finale del ciclo continuano ad affastellarsi. L'abbassamento della disoccupazione e gli aumenti salariali, pur supportando la spesa al consumo, finiranno con l'esercitare pressioni sugli utili societari.
In conclusione: non è troppo presto per preparare i portafogli a una maggiore instabilità futura. "È un po' come se stessimo camminando sul filo, in quanto le valutazioni finanziarie sono più alte rispetto agli ultimi tempi. Se a ciò sommiamo le incessanti tensioni commerciali, il filo diventa ancora più sottile", aggiunge Applbaum. "Nei mercati odierni, l'equilibrio è tutto."
Gli investitori devono accertarsi di avere portafogli ben diversificati ed esposti a una combinazione bilanciata di azioni growth e a dividendo, oltre a una componente obbligazionaria.
2. Ricercare aziende che pagano dividendi con debiti gestibili.
Storicamente, le società che distribuiscono dividendi hanno giocato un ruolo importante nel mitigare la volatilità del mercato azionario. Questo perché i dividendi possono rappresentare una fonte di rendimento stabile durante le fasi di ribasso dei corsi azionari. Ma non tutte le aziende che distribuiscono dividendi sono uguali o sostenibili.
Oggi, grazie ai tassi d'interesse rasoterra, molte società si sono indebitate fino al collo. Nel settore non finanziario statunitense, l'indebitamento ha raggiunto il massimo storico del 46,7% del PIL a fine 2018. Gran parte di questo debito a basso costo è stato usato per finanziare dividendi, riacquisti azionari e fusioni/acquisizioni. Il problema è che le aziende iperindebitate sono anche quelle più inclini rime a tagliare i dividendi quando le cose si mettono male. Ecco perché la selettività è d'obbligo. È fondamentale concentrarsi sulle società tenutesi alla larga dai peggiori eccessi di questa espansione lunga un decennio.
“Quanto più durerà questa fase di espansione, tanto più dovrò tenere d'occhio l'indebitamento societario", afferma Joyce Gordon, una equity portfolio manager che investe in società a dividendo da 40 anni. "Le aziende con debiti significativi vanno incontro a molteplici sfide. Ad esempio, potrebbero sentirsi costrette a tagliare i dividendi per non perdere il rating creditizio investment grade."
Esaminando società operanti in diversi settori, si evince che quelle con rating più bassi tendono a ridurre i dividendi quando il gioco si fa duro. Ad esempio, Nestlé presenta un carico debitorio gestibile e non a caso sono decenni che non taglia i dividendi. Di contro, la più indebitata Kraft Heinz ha appena abbassato il suo dividendo.
3. Alla ricerca di buoni margini di crescita residui.
Anche durante le turbolenze di mercato, le società agili con ottimi team dirigenti sono in grado di adattarsi all'evolversi delle circostanze e prosperare, offrendo buone potenzialità agli investitori di lungo termine. Per questo motivo, gli investitori farebbero bene a distogliere la loro attenzione dalle prime pagine per concentrarsi sulle società che hanno dimostrato di saper innovare e di avere buoni sbocchi di crescita futuri.
"L'innovazione migliora la vita delle persone e promuove la crescita e le opportunità per le imprese", afferma la equity portfolio manager Anne-Marie Peterson.
Si pensi, ad esempio, alla rapida innovazione nel settore sanitario. I progressi della genomica hanno fatto scendere il costo del sequenziamento di un genoma umano dai 100 milioni di dollari nel 2006 ai circa 1.000 odierni, rendendo più facile per le aziende sviluppare nuove terapie basate sui test genetici. Molte di queste terapie promettono di allungare l'aspettativa di vita e generare ricavi per miliardi di dollari.
Ad esempio, a inizio anno il colosso farmaceutico elvetico Novartis ha ricevuto l'approvazione della FDA per il trattamento di una patologia midollare che rappresenta la prima causa genetica di mortalità infantile. I pazienti hanno già cominciato a ricevere la terapia, il cui costo dovrebbe superare i 2 milioni di dollari. Inoltre, le case farmaceutiche statunitensi AbbVie e Merck, quest'ultima produttrice del farmaco immunoterapico blockbuster Keytruda, hanno investito milioni di dollari per sviluppare terapie oncologiche basate sulla genetica.
4. Mantenere la diversificazione.
Le borse azionarie americane hanno surclassato quelle degli altri paesi per più di 10 anni, inducendo molti investitori a concentrarsi ancor di più sulla prima economia al mondo per dimensioni.
Tuttavia, l'adozione di un semplice giudizio geografico può essere fuorviante. Guardando alle singole società più che ai paesi, si ottiene un quadro molto diverso. Benché gli indici azionari non statunitensi siano rimasti decisamente indietro rispetto a quelli USA, a partire dal 2009 le prime 50 aziende con i migliori rendimenti annui sono state per la stragrande maggioranza non statunitensi. Se aveste deciso di abbandonare del tutto gli investimenti internazionali, vi sareste persi molte delle migliori opportunità.
In aggiunta alla diversificazione, i titoli non USA presentano altre caratteristiche interessanti, ci spiega l'equity portfolio manager Gerald Du Manoir. Alcune delle società meglio gestite e più in crescita sono domiciliate nei mercati esteri. Sono diverse le aziende europee e asiatiche che offrono rendimenti da dividendi relativamente appetibili, e gran parte delle società non statunitensi è rimasta estranea alla cultura dei riacquisti azionari che imperversa negli Stati Uniti e che in molti casi ha portato a livelli eccessivi di indebitamento.
"Disporre di un portafoglio solido e bilanciato di azioni investendo globalmente è un must, anche per chi pensa che il mercato americano nel suo complesso continuerà a fare meglio nel breve termine", sostiene Du Manoir.
E non è tutto: in quasi tutti i settori, vi sono società non USA equiparabili che scambiano a valutazioni inferiori rispetto alle omologhe americane. Sono esempi tipici ExxonMobil rispetto a Total e Samsung Electronics rispetto ad Apple. Molte di queste aziende vantano bilanci solidi e attività consolidate. Nel lungo termine, sono i fondamentali aziendali a guidare i rendimenti azionari, non le turbolenze politiche o i codici di avviamento postale.
1. & 2. Fonte: Bloomberg. Rendimento totale in dollari USA.
Hilda Applbaum
Gestore di portafoglio
Hilda ha 32 anni di esperienza in materia di investimenti, 24 con il Gruppo Capital. All'inizio della sua carriera in Capital, si è occupata di titoli convertibili globali come analista d'investimento. Hilda ha conseguito un master in economia alla New York University e una laurea di primo livello alla Barnard. È anche titolare di un charterholder CFA.
Gerald Du Manoir
Gestionnaire de portefeuille d'actions
Gerald a 27 ans d'expérience dans le domaine de l'investissement, dont 26 ans au sein de Capital Group. Il est diplômé en finance internationale de l'Institut Supérieur de Gaston à Paris.
Anne-Marie Peterson
Equity portfolio manager
Anne-Marie Peterson è una equity portfolio manager e ha all'attivo 25 anni di esperienza. Ha conseguito una laurea in economia presso l'Università della California, Irvine, e detiene la prestigiosa certificazione CFA.